giovedì 22 ottobre 2009

Laboratorio di Piano Blues - 3

Laboratorio di Piano Blues



Terzo appuntamento, terzo esercizio. Rimbocchiamoci le maniche perchè c'è tanta carne al fuoco. In questo post ma anche in prospettiva futura!
In questo terzo esercizio vi ripropongo l'accompagnamento della prima parte dell'esercizio n. 1 quindi fate un bel ripasso.

Diamo un'occhiata alle prime misure per capire il tema di questo post:



Si tratta di un "fraseggio cromatico", uno dei tanti che spero di proporvi, che viene aiutato, rafforzato, migliorato, evidenziato con una nota ribattuta dal mignolo. In questo caso il mignolo (dito 5) va a suonare sempre la tonica dell'accordo che si sta suonando. Si ottiene un bicordo usato con amore nel blues soprattutto nei soli. La prima osservazione da fare è che non c'è contrasto, la nota ribattuta non disturba il fraseggio cromatico anzi... lo amplifica, lo rende più martellante (anche grazie al movimento che il polso deve fare), più ricco.
E io ci aggiungo...lo rende più blues.

Come al solito vi lascio liberi per quel che riguarda la diteggiatura, eventualmente se ne parlerà fra i commenti qui sotto. Un solo consiglio va dato, evitare il passaggio del pollice (tipo 2-1-2): per mantenere vivo il martellamento preferisco un 2-2-2 per le prime tre note (dove possibile). Il passaggio del pollice rischia di indebolire il tocco che deve essere deciso (non per questo forte quando non deve esserlo). Fate un po' di prove, poi mi dite.

Questo passaggio lo potete ascoltare eseguito dal sottoscritto nel brano "monkey blues" del cd "catfish for breakfast", primo giro di solo.

scarica il file pdf

La regola del trasportare vale anche per questo esercizio che va eseguito lentamente e a metronomo. Invece per dargli un andamento blues spegnete il metronomo, ma di questo parleremo più avanti. Una variazione simpatica di questo esercizio sarà pubblicata molto presto! Buon lavoro.

martedì 13 ottobre 2009

Corso Suzuki in...corso - prime impressioni.


E siamo partiti! Siamo perchè siamo in DUE. Un papà ed il suo bimbo. Vi siete persi qualcosa? Un piccolo riassunto: da qualche settimana ho iscritto il mio bimbo al Corso Suzuki che si tiene presso il Conservatorio. Tale corso parte dai 4 anni fino ad arrivare ai 10-11 anni e prevede la presenza fissa del genitore, sia durante la lezione sia durante gli esercizi a casa.

In Italia il primo anno è dedicato esclusivamente alla facoltà di RITMICA 1, in cui i bambini compiono i primi passi nel mondo della musica, e con loro i genitori. Dal secondo anno, accanto a RITMICA 2 si affianca lo studio di uno strumento, attualmente pianoforte violino o violoncello, per un totale di due ore alla settimana. E' probabile che i bambini alla fine del corso sapranno suonare bene il proprio strumento, facilmente "masticheranno" bene la musica. Di sicuro avranno compiuto un bel percorso che servirà per tutta la vita, in modo serio ma anche adatto alla loro età.

Nessun libro, nessuno spartito. Tutto si impara copiando il maestro. Questo è il principio di base che ha introdotto il Maestro Suzuki, e tutti gli esercizi ruotano attorno a questa "scoperta". Se il bambino impara a parlare correttamente "copiando" i genitori già in età prescolare, è possibile che impari con lo stesso metodo a suonare uno strumento.

Ed ecco le prime impressioni sparse, dopo tre lezioni (in totale saranno 30 lezioni):

- durante le lezioni si eseguono canzoncine, movimenti delle mani, del corpo, il tutto con l'obiettivo di facilitare il futuro avvicinamento allo strumento. Il fine di RITMICA è la comprensione del ritmo, dell'armonia e della melodia, bagaglio essenziale per affrontare ogni discorso musicale.
- I bambini faticano a mantenere l'attenzione per più di 20-30 minuti. La lezione è impostata sul gioco ma le cose da imparare sono tante e non ci sono pause. Una cosa normalissima a detta degli insegnanti. Altro obiettivo importante è arrivare all'attenzione del bambino grazie al genitore. In questo caso ogni bambino ha i suoi tempi, ed in generale nel corso dell'anno la cosa migliora.
- Lorenzo alterna momenti di attenzione a momenti abbastanza vivaci in cui tende a staccarsi.... e qui è tutta una "lotta" per incuriosirlo o tenerlo un po' fermo. Non posso usare metodi "duri" (prenderebbe la lezione come un obbligo) e nemmeno lasciarlo fare. In questo pensiero penso si possa capire la difficile posizione del genitore che deve anche seguire l'insegnante perchè poi gli esercizi (se si ricordano) vanno ripetuti a casa!!!!
- A casa, per il momento, è difficile impostare un momento di lezione. Ci sto provando ma è veramente dura. L'importante per il momento è insistere ma non troppo, sempre per il "problemino" che non dev'essere un momento di obbligo. Penso ...suppongo che il mio compito sia quello di incuriosire il bambino, di creare un momento piacevole. Se la cosa non lo interessa non credo sia attualmente possibile obbligarlo a fare alcunchè. Se il risultato si vedrà nel tempo...vedremo.
- La scuola fornisce una valigetta con alcuni strumenti (nacchere, un violino finto, delle bacchette e altri oggetti) che serviranno, presumo, per i primi approcci fisici con gli strumenti. Le nacchere, ad esempio, servono per un esercizio molto difficile per le dita (faccio fatica pure io....). Inoltre...e per fortuna... viene fornito un libretto in cui si spiega quello che si affronta durante la lezione ed un CD con quasi tutte le filastrocche-musiche da "studiare" a casa.


Per il momento è tutto, penso che la prima parte delle lezioni ci sarà da lavorare per ottenere un po' di attenzione da parte del bambino. In ogni caso credo che questo serva molto per perfezionare il legame con i propri figli, o almeno sento che è così. E' un "lavoro" che pensavo più semplice..... d'altronde è la prima vera esperienza di studio del bambino ed è giusto dargli tutto il tempo di cui ha bisogno (portando un po' di pazienza!).


Ci risentiamo fra un mesetto per gli sviluppi....!

lunedì 5 ottobre 2009

Foto? No...siamo molto più avanti!


Al posto delle solite foto ecco un bel modo per ricordare un concerto. Una cara amica che segue i Four Fried Fish dalla nascita ha "scoperto" un nuovo modo di vivere un concerto. Ascoltare e disegnare. E chi o cosa disegnare se non gli artisti? La foto coglie un attimo, coglie la verità di un istante. Invece il disegno cerca di andare oltre, può cogliere la verità ma anche l'impressione di un attimo o una serie di attimi, o qualcosa che non si vede ma c'è. E grazie a Mano69 possiamo vederci per la primissima volta "disegnati". Con la speranza che l'esperienza si ripeta!
Qui sopra Flamiano ed il sottoscritto molto serioso. Invece qui sotto Ermanno Zuccato, Marco Carlesso e Maurizio Scomparin. Ci sarà un giorno in cui avremo le vignette dei Four Fried Fish?